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Fortemente preoccupati sul futuro dell’industria cinematografica e audiovisiva indipendente italiana

Fortemente preoccupati sul futuro dell’industria cinematografica e audiovisiva indipendente italiana

Le case di produzione indipendenti potrebbero restare senza tutela contrattuale

Preoccupano i tagli al budget per televisioni e piattaforme, mancano certezze sui fondi ministeriali

Un comparto dinamico e vivace che crea posti di lavoro, offre visibilità alle location del territorio e opportunità alle professionalità locali, ma su cui grava il serio rischio di tagli e di regole poco chiare.

Alla luce della riforma del Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi (TUSMA) attualmente in discussione in Parlamento, CNA FVG esprime forte preoccupazione – condivisa anche dall’Unione Europea – circa il futuro dell’industria cinematografica e audiovisiva indipendente italiana. Il dibattito in corso a Montecitorio, così come il parere espresso dal Consiglio di Stato nell’adunanza del 24 febbraio, sembra infatti indirizzarsi verso una drastica riduzione delle quote di investimento obbligatorio a favore della produzione indipendente, e orientata verso l’eliminazione di quella norma che “corregge” l’asimmetria negoziale e contrattuale nei rapporti tra produttori indipendenti e grandi broadcaster e player globali. Il rischio è quindi di lasciare le case di produzione italiane prive di tutela contrattuale, oggetto di  possibili tagli al budget per televisioni e piattaforme, senza contare le incertezze relative ai fondi ministeriali. CNA FVG ritiene quindi urgente e doveroso che gli investimenti delle risorse pubbliche, tenendo conto della forza innovativa del cinema indipendente, vengano gestiti e pianificati correttamente.

“Il sistema del cinema e dell’audiovisivo sta vivendo un momento di estrema difficoltà – afferma Thomas Turolo, presidente CNA Cinema e Audiovisivi del FVG -. Pur consapevoli della necessità di apportare modifiche all’attuale sistema di regolamentazione nazionale  correggendo alcuni “punti delicati”, com’è emerso negli ultimi anni, resta il fatto che in Friuli e nel Nordest questo sistema industriale, composto da aziende eterogenee per tipologia e dimensioni, porta sul territorio indotto e investimenti, coinvolgendo anche altri settori che poi diventano fornitori della stessa filiera”. Eppure il futuro del comparto cinematografico e audiovisivo sembra parecchio incerto. “L’attuale situazione – chiude Turolo – è un grosso danno oggi, per le molte produzioni ferme in attesa di un nuovo orizzonte legislativo, e lo sarà domani, perché la capacità di rimodulazione della programmazione da parte delle imprese non è infinita”.

Ufficio stampa CNA FVG Rosalba Tello – r.tello@libero.it – cell. 347 5396666

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