Il decreto legge n.127, per CNA, rappresenta la soluzione attesa per garantire la continuità delle attività economiche, consentire al Paese di ripartire in sicurezza, accelerare la campagna vaccinale e scongiurare ulteriori restrizioni con l’obiettivo di garantire insieme la salute delle persone e il rilancio dell’economia e non vanificare l’impegno e i grandi sacrifici che i cittadini e gli imprenditori si sono assunti dall’inizio della pandemia.

La Confederazione apprezza che il decreto lasci alle singole imprese la libertà di definire le modalità di controllo delle certificazioni, anche se sembra concepito per il lavoro che si svolge all’interno di grandi fabbriche e uffici ignorando una realtà molto più complessa e articolata delle attività economiche.

Infatti la formulazione del provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri appare confusa e di incerta applicazione per una platea di circa 9 milioni di lavoratori tra dipendenti e autonomi, oltre il 60% degli occupati del settore privato.

Proprio per questo CNA esprime preoccupazione sul funzionamento del Green Pass nei luoghi di lavoro con riferimento alle imprese con meno di 15 dipendenti e chiede un incontro urgente al Governo per definire aspetti applicativi del provvedimento  aderenti alla complessa realtà del tessuto produttivo.

Sul tema dei lavoratori collocati in aspettativa, CNA ritiene che le imprese non dovranno farsi carico degli oneri contributivi per l’intera durata della sospensione.

In merito ad eventuali linee guida sulle modalità di verifica non è ancora stato predisposto nulla dato che la questione è ancora in discussione.

L’estensione dell’obbligo del Green Pass per accedere nei luoghi di lavoro sembra comunque rappresentare una soluzione che non genera distinzioni tra il settore pubblico e quello privato e potrà incentivare l’aumento della copertura vaccinale e l’ulteriore allentamento delle restrizioni che ancora condizionano molte attività economiche.

Antonio Cantarutti, 23/09/2021