La CNA ha inviato una lettera ai ministri della Salute Roberto Speranza e dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli per sottolineare la necessità di sgombrare il campo dalle errate interpretazioni sul termine sanificazione che compare nei decreti cura Italia e liquidità e nei protocolli di regolamentazione per contrastare la diffusione del virus Covid-19. L’improprio riferimento a sanificazione, infatti, rischia di pregiudicare il beneficio fiscale riconosciuto dal legislatore per gli interventi igienico-sanitari negli ambienti di lavoro ma anche di alterare in modo rilevante il mercato delle attività di pulizia professionale dove operano circa 25mila imprese.

La circolare del Ministero della Salute del 22 febbraio scorso indica nel dettaglio gli specifici interventi di pulizia e disinfezione necessari per rendere sani gli ambienti di lavoro contro il rischio contagio. Si tratta di attività abitualmente svolte dalle imprese professionali di pulizia e disinfezione. Il termine sanificazione invece indica anche altre operazioni, come la derattizzazione e il miglioramento del microclima per quanto riguarda temperatura, illuminazione e livello del rumore.

Le imprese professionali di pulizia sono, quindi, già abilitate a svolgere gli interventi previsti dalla circolare ministeriale e dai protocolli di regolamentazione per contenere il virus e quindi possono rilasciare certificazione del lavoro effettuato ai fini del credito d’imposta a favore delle imprese che richiedono il servizio.

La CNA pertanto sollecita la correzione della normativa, ammettendo correttamente ai benefici fiscali le spese sostenute per gli interventi di pulizia e disinfezione sulla base delle indicazioni del Ministero della Salute. Il beneficio fiscale inoltre deve essere esteso a enti non commerciali e associativi per rafforzare l’azione di contrasto e prevenzione del virus.

Tra gli effetti del Covid-19 si registra un certo uso improprio e disinvolto delle parole come dimostra l’espressione “distanziamento sociale” che è ormai nel lessico comune. Ma quando avviene nell’ambito di provvedimenti e regole genera confusione e rischia di provocare gravi danni come nel caso del riferimento errato al termine sanificazione.